

Sardegna Insieme
Cala Gonone (NU)
Benvenuti nel borgo di Cala Gonone
Cala Gonone è l'unica frazione del comune di Dorgali, in provincia di Nuoro (Sardegna) è conta 1.618 abitanti.
Su tutto il Golfo, a Sud di Orosei, Cala Gonone è l'unico centro abitato costiero con l'unico porticciolo di approdo, questa ridotta antropizzazione favorita dall'assenza di una strada costiera vicino al mare, la SS 125 corre per tutto il golfo all'interno dello spartiacque, preservando in gran parte la natura del territorio, tanto che oltre metà del Golfo di Orosei è incluso nel Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, area protetta di oltre 74.000 ettari.
IL suo nome "gonone" è un aggettivo che deriva dal sostantivo sardo nuragico "gonno", che significa "collina" o "terra emergente", potrebbe anche essersi originato dal nome di persona Conone, diffuso nel mondo ellenico.
La gente locale chiamano questo borgo semplicemente Gonone.
Vi sono due santi con il nome Conone: il primo, vescovo di Bidana in Isauria, taumaturgo e protettore dei sordomuti, nonché patrono di Castelcivita (SA), dove viene festeggiato il 3 giugno; il secondo, agricoltore, nacque nel III secolo in Galilea e morì da martire in Panfilia; è sepolto in San Pietro.
IL nome potrebbe trarre origine anche dal greco antico "koinonos", "compagnia", forse riferito alla presenza di camalli che nell'età antica caricavano e scaricavano le merci dei traffici portuali di Cartagine Sulcos (Sulcali, poi Thurcali).
Cala Gonone era una località abitata già in epoca nuragica, poi romana e infine bizantina del X secolo. Infatti sulla costa due chilometri più a sud di Gonone era ubicata fino al primo millennio d.C.
La realtà urbana portuale (Sulcalis) più importante dal punto di vista demografico ed economico del territorio Dorgalese e del golfo di Orosei.
IL litorale di Gonone dopo lo spopolamento dell'anno mille fu utilizzato come approdo in periodo medioevale, il centro attuale nasce con la costruzione della chiesa nel 1878. poi il villaggio fu interessato dal popolamento di una colonia di pescatori ponzesi all'inizio del XX secolo e si sviluppa soprattutto nella seconda metà del novecento come importante centro turistico e balneare.
Nella località sovrastante collocata un poco più a Sud di Gonone e ben visibile dal paese, scompare nel X secolo, l'importante città costiera tardo bizantina di Nuraghe Mannu (Thurcali), chiamata dallo storico romano imperiale Claudianus "Cartagine Sulcos" il cui nome volgare romano era Sulcalis (molto probabilmente la romana Sulci Tirrena) che si deduce dal nome Thurcali con il quale gli anziani locali denominavano volgarmente questa città.
Nei resti della città vicino al nuraghe monotorre principale (Nuraghe Mannu) ci sono le tracce di un cenobio, di un edificio di culto cristiano bizantino della Teotocos (La Madre di Dio).
La popolazione di Nuraghe Mannu era già cristianizzata dal IV secolo d.C. la chiesa era di rito greco.
Nel periodo romano era ancora popolato il villaggio di Nuraghe Arvu nella periferia del paese che faceva parte della stessa realtà urbana di Cartagine Sulcos, nelle vicinanze nella grotta di "Sa Cresiedda" (la chiesetta) ci sono le tracce della presenza di anacoreti dediti al culto di San Giovanni Battista, "Santu Anne a Mantedda" resta come nome della località, a questo santo era dedicato in periodo medioevale il porto di Thurcali ubicato sotto le falesie di "Sos d'Orroles".
In epoca romana e bizantina i passi montani carreggiabili sulla catena calcarea del monte Santo (da monte Bardia a monte Tului e a Punta Dogana), collegati nell'entroterra all'orientale sarda erano due, uno quello di monte Ruiu (poco più a sud del passo di Irghiriai o Littu) mentre il secondo accesso era quello di Suttaterra.
IL termine romano sulcos era riferito ai canaloni (le codule) del golfo di Orosei che fungevano da approdi.
Nello stesso periodo, in un'area più a nord di Gonone raggiungibile dopo aver valicato il passo di Littu, scompare il centro urbano costiero di Cares, anch'esso risalente all'epoca tardo bizantina, posto lungo l'orientale romana in località "S'abba Frisca" (acqua fresca), i cui approdi erano invece collocati nelle insenature delle spiagge di Cartoe e di Osala. Cares, Carese in italiano, (o Qares, in lingua punica) è un termine punico che ha dato origine al termine Cartoe.
IL centro di Cares era collocato in un'area limitrofa alle terme romane di San Giovanni Battista, dove ora si trova la chiesa dei santi Giovanni Battista e Lorenzo Martire.
Nella valle del riu Siddai (o riu Littu), che sfocia a Cartoe, è stato ritrovato il congedo bronzeo di Tunila e la targa bronzea del IV secolo della locale caserma dei vigiles urbani romani del centro di Cares, quest'ultima ricorda il finanziamento della caserma a cura del prefetto dei vigili dell'Urbe Egnatuleio Anastasio.
Nelle Collettorie Pontificie del 1341 in questo tratto di costa è registrato l'approdo di San Giovanni Portu Nono (Portu de 'Onone) che dipendeva da un'omonima precettoria giovannita (e prima del 1312 templare) dedicata al Battista e collocata nell'interno (oggi a Dorgali nell'isolato di "S'Eremu" in via Dante allora a Thorpeia). L'approdo costituiva lo sbocco al mare della Franca di Girifai (secolo XIII).
La dedicazione del porto di "Sos d'Orroles" a San Giovanni Battista è dovuta al culto delle acque per via della presenza in questo litorale della risorgiva salmastra e sulfurea di "S'Abba Meica" (l’acqua medica) alla quale sono state sempre attribuite virtù curative (fegato, epidermide ecc.).
Nel Catasto De Candia del 1846 la località Portu de Gononi è l'area del litorale prospiciente l'acquario, mentre la costa dell'attuale area portuale veniva chiamata "Cala Gurtidosa" mentre il suo immediato entroterra veniva chiamato Ortiddotte.
Nel 1878 viene costruita la chiesa di Gonone, Nostra Signora di Bonaria, allora dedicata alla Madonna della Guardia.
Negli anni Venti dello scorso secolo si registrava molte presenza di pescatori ponzesi, che in alcuni casi si trasferirono stabilmente in loco anche con le loro famiglie.
Molteplici sono i luoghi di interesse naturalistico, le cale del golfo, le codule retrostanti , amministrativamente parte dei comuni di Dorgali e Baunei che sono un vero fiore all'occhiello della natura di Cala Gonone ma che sono sempre raggiungibili via mare, talora con percorsi più o meno agevoli e lunghi tramite i sentieri dell'entroterra.
Alcuni punti di interesse e le cale più note, partendo dal limite convenzionale a Sud del Golfo (Capo Montesanto) e navigando sotto costa sempre in direzione Nord, verso Cala Gonone ed oltre.
Cala Scirocco, detta dai locali anche Portu Quau (porto nascosto) sul cui fondale giace tuttora il relitto della piccola nave da carico Levante, di 943 tonnellate di stazza che era di proprietà della "Compagnia di Armamento Sarda" osservabile anche con una immersione in apnea vista la profondità attorno ai dieci metri.
Cala Tramontana, detta dai locali Portu pedrosu (porto pietroso).
Cala Goloritzé è uno dei luoghi della Sardegna più scenografici e noti ai free climber, per via della celebre guglia calcarea di Perda Longa (o Pedra Longa) pietra lunga in italiano, dal 1993 dichiarata monumento naturale, alta 128 m e molto ambita per l'arrampicata sportiva, riservata però a veri esperti.
La bellezza della baia ha portato ad inserirla in un'area naturale protetta di 13,94 ettari della Provincia di Nuoro, con limitazioni all'ormeggio e all'approdo, per evitare una eccessiva pressione turistica soprattutto da parte degli occupanti piccoli natanti da diporto.
Cala Mariolu, il cui nome forse prende origine dalla presenza della Foca Monaca, perché la tradizione vuole che questi mammiferi spesso rubassero il pesce dalle reti dei pescatori ponzesi, che per via della loro origine culturale ischitana la chiamavano "o' mariolu" (il ladro).
La sua spiaggia è anche nota localmente come is pùligi de nie (le pulci di neve) per via dei moltissimi sassolini rosa e soprattutto bianchi frammisti alla sabbia. Adiacente, il tratto di falesia di Punta is pùligi ospitava un punto di carico, ancora ben visibile a pochi metri di altezza sul livello del mare, per il carbone prodotto nelle piazzole carbonaie dai furisteris, i carbonai di Baunei.
Cala dei Gabbiani, scelta nel 2017 dagli esperti di Skyscanner, importante portale turistico, come "la seconda spiaggia più bella d'Italia", descrivendola in termini di "acqua cristallina sfumata di verde e di blu, scogliera levigata dal tempo e un lido di sassolini bianchi".
Grotta del Fico, ancora non completamente esplorata, molto scenografica per le "cattedrali" di stalattiti e stalagmiti, mantenuta con grande cura è aperta al pubblico per la stagione estiva, visibile solo la parte che è stata nel tempo attrezzata, la si raggiunge ovviamente via mare con motobarche dedicate.
Seguendo verso Nord, preceduta da una piccolissima caletta rocciosa priva di spiaggia sulla quale si apre l'arco naturale “Su Achileddu“, uno degli scorci più fotografati della Sardegna, si apre Cala Biriola, una delle più note e ricercate dal turismo, al punto che il comune di Baunei, primo caso nell'isola, per evitarne il degrado ne ha dovuto disporre l'accesso a numero chiuso, di cui sono ammesse non più di 300 presenze in contemporanea sulla sua candida calcarea spiaggia di Bilancoro.
Cala Sisine, che interrompe le falesie a picco della Serra Ovra e come quasi tutte le altre baie del Golfo punto di foce di una codula, ossia una stretta valle scavata da un torrente stagionale.
Cala Luna è la più vicina verso Cala Gonone, dopo un tratto di alta falesia privo di approdi ma ricco di piccole grotte costiere, caratteristica per il laghetto retrodunale che si forma dietro la spiaggia.
La spiaggia è divenuta celebre in tutto il mondo per essere stata location a terra di un film di grande successo del 1974, che ne seppe certo valorizzare la bellezza e la natura vagamente tropicale.
Grotte di Dorgali si aprono proprio a pelo d'acqua sulla falesia appena a Nord di cala Luna, e fanno parte idraulicamente dello stesso sistema acquifero della codula di Luna, non di grandi dimensione, sono molto suggestive anche per le loro spiaggette interne.
Grotte del Bue Marino sono una delle attrazioni più note, è generano da sole un indotto turistico importante a livello locale sin dagli anni Cinquanta del secolo scorso, rientrano sempre nel sistema carsico di Codula di Luna, ed hanno una estensione impressionante, si è già arrivati con le successive esplorazioni ad una stima di oltre settanta chilometri fra i vari rami, ma la parte cartografata con qualche continuità non arriva a quindici.
IL nome deriva dal fatto che erano un punto di riparo, accoppiamento e parto per la foca monaca, e per il suo carattere mite ed il verso soprattutto dei piccoli vagamente simile a un muggito.
Presenti, e protette, incisioni rupestri del Neolitico di importate valore simbolico, raffiguranti un cerchio umano attorno a una, si ipotizza, rappresentazione del Sole.
Fuili è la più "naturale" fra le spiagge raggiungibili anche da terra, a piedi, o meglio in bicicletta o in auto.
Nel 2010 a Cala Gonone è stato inaugurato l'acquario, posto nella zona denominata La Favorita conta più di 20 vasche espositive ed è l'acquario più grande della Sardegna.
Sulla strada che dall'abitato porta alla spiaggia di cala Cartoe è inoltre presente il Parco Museo S'Abba Frisca ( l’acqua fresca ), la struttura, unica nel suo genere in Sardegna, ospita una vecchia azienda agricola circondata da un parco ricco di acque nella quale sono stati recuperati 15 ambienti tradizionali.
Noi di Sardegna Insieme abbiamo visitato il borgo nel 2023, molto ordinato, pulito e tranquillo. Il borgo è ricco di storia, archeologia e tanto sole con un mare dai mille colori. Ne consigliamo vivamente la visita.
Ricerche, scritto e pubblicato da G.M.
Informazioni Comune di Dorgali (NU) tel. +39 0784 927200
Polizia Locale tel. +39 0784 927217/218/223
Coordinate : 40° 16′ 57.37″ N, 9° 37′ 56.69″ E