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Isola di Caprera (SS)
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Ben venuti nell'isola di Caprera che fa parte dell'arcipelago di La Maddalena, appartenente al comune di La Maddalena nella costa nord-orientale della Sardegna.
Scarsamente popolata, la maggior parte degli abitanti risiede nel Borgo di Stagnali.
L'isola di Caprera è interamente compresa nel parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, un'area protetta marina e terrestre di interesse nazionale e comunitario.
In particolare la zona marina di fronte all'area di Punta Rossa, estrema propaggine a sud dell'isola, è un'area a massima tutela ambientale, con cala Andreani e la spiaggia del Relitto.
La dorsale orientale dell'isola è zona terrestre a protezione integrale, mentre l'area marina antistante Punta Coticcio, compresa Cala Coticcio, è protetta con provvedimenti dell'ente gestore del parco nazionale. Significativa è la presenza di numerosi endemismi in tutta l'isola.
La cima più alta, monte Teialone, raggiunge i 212 metri s.l.m. e l'isola, con una superficie di 15,7 km², seconda per estensione dopo quella di La Maddalena, è collegata ad essa da un ponte-diga, costruito nel 1891 e rifatto nel 1958.
L'isola è fatta di natura granitica, possiede numerosi boschi, principalmente pinete, e litorali a ría con cale sabbiose alternate da scarpate a picco sul mare.
IL colore delle sue acque è di un verde cristallino intenso per merito delle forti correnti che puliscono il mare dalle particelle in sospensione e dei fondali di sabbia bianchissima che ne risaltano le tonalità.
L'isola fu abitata in epoca romana, e rimase poi deserta.
Agli inizi del XIX secolo venne frequentata da alcuni pastori che vi sfruttarono i terreni come pascolo per le capre mentre nella seconda metà dello stesso secolo vi si stabilì una famiglia inglese, i Collins, proprietaria di alcuni terreni dell'isola.
L'isola è nota soprattutto per essere stata la dimora (per 27 anni) e il luogo della morte di Giuseppe Garibaldi, egli acquistò infatti, con l'eredità del fratello Felice, la metà settentrionale di Caprera nel 1855, vivendo inizialmente in una casupola.
Successivamente Garibaldi si fece costruire, nello stile delle fazendas sudamericane, la famosa "Casa Bianca", oggi museo; pochi anni dopo, una colletta dei figli e degli ammiratori gli permise di comprare anche l'altra metà dell'isola, fino a quel momento appartenuta ai coniugi inglesi Richard e Emma Collins.
Nella grande tenuta, piana della Tola, Garibaldi piantò molti alberi e cominciò a fare la vita del contadino, coltivando i campi ed allevando polli, ovini, cavalli (la sua celebre cavalla bianca, Marsala, è sepolta poco lontano dalla casa), e molti asini ai quali si divertiva dare il nome dei suoi nemici (il più recalcitrante dei quali fu chiamato col nome del papa Pio IX). Nella Casa Bianca, inoltre, Garibaldi visse con i figli avuti da Anita e quelli che ebbe da una domestica e dalla terza moglie Francesca Armosino.
A Caprera sono rimasti la sua casa, le sue barche e i suoi oggetti, diventati cimeli di un museo fra i più conosciuti e visitati d'Italia.
IL Compendio Garibaldino di Caprera è aperto alle visite, eccetto il lunedì per turno settimanale di riposo. La vita di Garibaldi sull'isola e come egli la coltivava sono descritte nel libro di memorie scritto dalla figlia Clelia, intitolato Mio padre.
Nel 1982 è stata dichiarata Riserva naturale orientata, fino alla costituzione del parco nazionale.
Nella stanza di Garibaldi, l'orologio e i calendari appesi a una parete segnano ancora la data e l'ora della morte dell'eroe: il 2 giugno del 1882 alle ore 18.21. Contravvenendo alle sue ultime volontà, le sue spoglie vennero imbalsamate e sepolte in una tomba, in granito grezzo, appena dietro la casa.
L'isola è anche sede di una scuola di vela, il centro velico Caprera..
L'isola è anche sede di una scuola di vela, il centro velico Caprera.
Noi di Sardegna insieme abbiamo visitato l’isola di Caprera nell’anno 2020 e vi possiamo assicurare che è stata un’esperienza indimenticabile.
Un territorio con un mare, spiagge e baite senza confronti, macchia mediterranea incontaminata.
La visita al museo di Giuseppe Garibaldi è stata indimenticabile, storia illustrata dalle guide che durante il percorso ci hanno fatto rivivere momenti di fatti e di storie che tanti di noi non abbiamo conosciuto
Consigliamo la visita all’isola di Caprera ed al museo di Giuseppe Garibaldi
Ricerche, scritto e pubblicato da G.M.