Sardegna Insieme
Riassunto di Garibaldi a Caprera
Giuseppe Maria Garibaldi nasce a Nizza (FR) il 4 luglio 1807, muore a Caprera (SS) Sardegna il 2 giugno 1882.
Nacque da una famiglia di origini Liguri , nell'attuale Quai Papacino, in un periodo in cui la contea di Nizza apparteneva al regno di Sardegna, era sotto occupazione Francese in seguito alla battaglia di Marengo che aveva costretto il Re sabaudo Carlo Emanuele IV a rifugiarsi a Cagliari.
La sua famiglia si era trasferita a Nizza nel 1770, il padre Domenico Garibaldi era originario di Chiavari (Liguria) era proprietario di una tartana chiamata Santa Reparata.
La madre Maria Rosa Nicoletta Raimondi era figlia di pescatori originaria di Loano, nel 1807 territorio francese (sino al 1805 Repubblica Ligure)
Nel 1839 Giuseppe Garibaldi conobbe Ana Maria de Jesus Ribeiro , nella sua famiglia la chiameranno Aninha, nacque in Brasile a Morrinhos, una frazione di Laguna nello Stato di Santa Catarina, figlia del mandriano Bento Ribeiro da Silva, detto "Bentòn", e di Maria Antonia de Jesus Antunes.
La sua famiglia le impose di sposare Manuel Duarte de Aguiar, un uomo molto più grande di lei, il matrimonio avvenne il 30 agosto 1835, il giorno stesso in cui la giovane compiva quattordici anni.
Dopo quattro anni, il 22 luglio 1839, i rivoluzionari conquistarono momentaneamente la città, e gran parte degli abitanti di Laguna si recò in chiesa per intonare un Te Deum di ringraziamento al Signore, la ragazza era tra loro, fu in questa occasione che vide per la prima volta Giuseppe Garibaldi, anch'egli presente nel luogo sacro assieme agli altri protagonisti della rivoluzione.
Nel 1839 Giuseppe Garibaldi conobbe Ana Maria de Jesus Ribeiro , nella sua famiglia la chiameranno Aninha, nacque in Brasile a Morrinhos, una frazione di Laguna nello Stato di Santa Catarina, figlia del mandriano Bento Ribeiro da Silva, detto "Bentòn", e di Maria Antonia de Jesus Antunes.
La sua famiglia le impose di sposare Manuel Duarte de Aguiar, un uomo molto più grande di lei, il matrimonio avvenne il 30 agosto 1835, il giorno stesso in cui la giovane compiva quattordici anni.
Dopo quattro anni, il 22 luglio 1839, i rivoluzionari conquistarono momentaneamente la città, e gran parte degli abitanti di Laguna si recò in chiesa per intonare un Te Deum di ringraziamento al Signore, la ragazza era tra loro, fu in questa occasione che vide per la prima volta Giuseppe Garibaldi, anch'egli presente nel luogo sacro assieme agli altri protagonisti della rivoluzione.
Ricorda Garibaldi, nelle sue Memorie, come il giorno seguente i due si incontrarono nuovamente, e lui nel fissarla intensamente dicendole «Devi essere mia». Questa frase, pronunciata in italiano (non conosceva ancora bene il portoghese), la legò a lui per sempre.
Sarà poi Garibaldi ad attribuirle il diminutivo spagnolo Anita, con il quale lei è nota.
Da quel momento, dopo aver abbandonato il marito, Anita sarà la compagna di Garibaldi, la madre dei suoi figli e la compagna di tutte le sue battaglie.
Combatterà sempre con gli uomini, e pare che venisse spesso assegnata alla difesa delle munizioni, negli attacchi navali e nelle battaglie terrestri.
All'inizio del 1840, nella battaglia di Curitibanos, Anita cadde prigioniera delle truppe imperiali brasiliane, ma il comandante, colpito dal suo temperamento indomabile, si lasciò convincere a concederle di cercare il cadavere di Giuseppe Garibaldi tra i morti .
IL 16 settembre 1840 nacque il loro primo figlio, Domenico, che fu Menotti in onore del patriota modenese Ciro Menotti.
IL 26 marzo 1842 si sposarono nella parrocchia di San Francesco a Montevideo. Stando alle sue Memorie, Garibaldi dovette dichiarare formalmente di avere notizie certe della morte del marito di Anita.
Negli anni successivi nacquero Rosita (1843), che morì a 2 anni, Teresita (1845) e Ricciotti (1847), ultimo figlio.
Nel 1848, alla notizia delle prime rivoluzioni europee, Anita con Teresita e Ricciotti arrivarono a Nizza, ospitati dalla madre del generale, che raggiunse Anita imbarcandosi su un altro bastimento qualche mese più tardi.
Nelle valli di Comacchio la consorte di Garibaldi perse conoscenza, venne trasportata su una piccola barca, adagiata su un materasso e condotta presso la fattoria Guiccioli, in località Mandriole di Ravenna, dove morì il 4 agosto 1849.
IL corpo fu frettolosamente sepolto nella sabbia dal fattore da alcuni amici, nella vicina "motta della Pastorara", allo scopo di nascondere i resti alle perquisizioni delle pattuglie papaline poi 6 giorni più tardi, il 10 agosto 1849, la salma venne casualmente scoperta da un gruppo di ragazzini e poi tumulata nel cimitero di Mandriole.
Giuseppe Maria Garibaldi è stato un generale, patriota, condottiero, scrittore, marinaio e politico italiano.
Figura rilevante del Risorgimento, fu uno dei personaggi storici più celebrati della sua epoca, è noto anche con l'appellativo di «eroe dei due mondi» per le imprese militari compiute sia in Europa, sia in America meridionale.
Considerato dalla storiografia e nella cultura di massa del XX secolo il principale eroe nazionale italiano, iniziò i suoi spostamenti per il mondo come ufficiale di navi mercantili, per poi diventare capitano di lungo corso.
La sua impresa più nota fu la vittoriosa spedizione dei Mille che portò all'annessione del Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d'Italia, episodio centrale nel processo di unificazione della nuova nazione.
Massone di 33º grado del rito scozzese antico ed accettato, favorevole all'ingresso delle donne in massoneria, ricoprì anche brevemente la carica di Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, notoriamente repubblicano e anticlericale, fu autore di numerosi scritti, prevalentemente di memorialistica e politica, ma pubblicò anche romanzi e poesie.
Dopo un lungo viaggio il bastimento sbarcò i francesi a Costantinopoli e procedette per Taganrog, importante porto russo sul Mar d'Azov, qui in una locanda, incontrò un uomo detto il Credente, che espose a Garibaldi le idee mazziniane, le tesi di Giuseppe Mazzini sembrarono a Garibaldi la diretta conseguenza delle idee di Barrault ed egli vide nella lotta per l'Unità d'Italia il momento iniziale della redenzione di tutti i popoli oppressi.
Quel viaggio cambiò la vita di Garibaldi; nelle sue Memorie scrisse: «Certo non provò Colombo tanta soddisfazione nella scoperta dell'America, come ne provai io al ritrovare chi s'occupasse della redenzione patria».
IL 16 dicembre, si presentò a Genova e il 26 si imbarcò sull'Euridice dove rimase per 38 giorni, la divisa sarda nell'occasione era composta da un frac nero, una tuba, e un paio di pantaloni bianchi.
Come marinaio piemontese Garibaldi assunse il nome di battaglia Cleombroto, un re spartano che combatté contro Tebe nella Battaglia di Leuttra.
Non era ancora iscritto alla Giovine Italia, in quel periodo tentò, con Edoardo Mutru arruolatosi anch'esso, e Marco Pe di fare propaganda alla causa cercando a bordo e a terra di fare proseliti.
Giuseppe Garibaldi rientrò in Italia nel 1848, poco dopo lo scoppio della prima guerra di indipendenza.
Venne noleggiato un brigantino sardo chiamato Bifronte, rinominato Speranza (o Esperanza) e venne nominato come capitano lo stesso Garibaldi e la partenza avvenne il 15 aprile 1848, alle 2 del mattino; si erano imbarcati 63 uomini.
Giunsero in vista di Nizza il 23 giugno, lo avevano anticipato un suo luogotenente, Giacomo Medici, e una certa notorietà, grazie al lavoro di Mazzini.
Tornato in Europa per partecipare alla prima guerra di indipendenza contro gli austriaci, il 25 giugno preferisce parole a favore di Carlo Alberto di Savoia, il 29 giugno si trova a Genova e per giungere a Roverbella, nei pressi di Mantova.
L'incontro con Carlo Alberto avvenne il 5 luglio ma venne accolto freddamente, a causa dell'antica condanna; non potendogli offrire aiuto, gli consigliò di recarsi a Torino dal ministro della guerra, che gli suggerì a sua volta di recarsi a Venezia.
Nel 1848 incontrò Giuseppe Mazzini a Milano, rimanendone in parte deluso, avendo i due pensieri molto diversi.
Partecipò comunque alla guerra come volontario al servizio del governo provvisorio di Milano, con la carica di generale formando il battaglione Anzani, al quale pose al comando Giacomo Medici, e partì alla volta di Brescia il 29 luglio.
Ritornato in Europa, l'11 febbraio 1854 a Londra incontrò nuovamente Mazzini, poi viaggiando giunse prima a Genova il 6 maggio, e poi a Nizza.
Comprò il 29 dicembre 1855 una parte dei terreni di Caprera, isola dell'arcipelago sardo di La Maddalena.
Partendo dalla casa di un pastore, costruì, insieme a 30 amici, una fattoria, in seguito l'isola di Caprera divenne interamente di sua proprietà.
Dopo la Terza Guerra di Indipendenza, venne chiamato a Caprera, per amministrare i beni del Generale, il colonnello e amico Giovanni Froscianti (Collescipoli, 1811 – Collescipoli, 1885) che fu al fianco di Garibaldi durante la Spedizione dei Mille.
Nell'agosto del 1855 gli venne concessa la patente di capitano di prima classe, navigò con il "Salvatore", un piroscafo a elica ma in seguito prese un cutter inglese chiamato Anglo French, a cui diede il nome del suo nuovo amore, Emma.
Dopo che la nave si arenò, Garibaldi abbandonò l'attività di marinaio per dedicarsi all'agricoltura, lavorando come contadino e allevatore, possedeva un uliveto con circa 100 alberi d'ulivo, oltre a un vigneto, con cui produceva vino, e allevava 150 bovini, 400 polli, 200 capre, 50 maiali e più di 60 asini.
Stabilitosi a Caprera vi resterà fino al 2 giugno 1882 anno della sua morte.
Ricerche , scritto e pubblicato da G.M.​
Casa Museo Garibaldi informazioni: tel. +39 0789 727162