Sardegna Insieme
Cattedrale di Santa Giusta
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Ben venuti nella Cattedrale di Santa Giusta è il principale edificio di culto dell'omonimo centro della provincia di Oristano.
La Santa titolare è per l'appunto Santa Giusta, che la tradizione vuole esser stata martirizzata all'epoca di Diocleziano nella cripta ivi presente. Realizzata quasi totalmente in arenaria, questo edificio risale al XII secolo.
È considerato uno dei più rappresentativi esempi di romanico sardo.
La sua costruzione è stata realizzata da maestranze locali aiutate da maestranze pisane che operarono nel cantiere buschetiano del Duomo di Pisa.
Come data antecedente l'edificazione della basilica è stata proposta il 1118 anno in cui papa Gelasio II° consacrò la cattedrale di Pisa, mentre è da supporre che la costruzione dell'edificio santagiustese giunse a conclusione prima della metà del secolo, in quanto il 1144 è la data di sicura conclusione della chiesa di Santa Maria a Terralba, che insieme alla prima struttura della Cattedrale di Santa Maria di Oristano, era coeva alla cattedrale di Santa Giusta.
In epoca moderna la cattedrale ha subito alcune modifiche rispetto all'impianto originario. Tra il XVI e il XVII secolo la parete destra fu sfondata per permettere l'edificazione di due cappelle, una detta del Rosario e l'altra dedicata a Sant'Antonio .
Nel 1847 l'arcivescovo oristanese Saba - nel 1503 infatti la diocesi santagiustese era stata soppressa e accorpata a quella oristanese - fece realizzare un recinto in pregiato marmo di Carrara, separante il presbiterio dal resto dell'ambiente interno; nel 1876 fu addossato ad una colonna, che ancora reca i segni delle grappe, un pulpito, anch'esso marmoreo.
Nel 1860 il campanile a vela che si elevava dallo spiovente della navata sinistra crollò: per rimediare alla perdita nel 1875 si iniziò la costruzione della torre campanaria, che ancora sorge a destra della chiesa, in linea con la parete absidale.
La torre campanaria giunse a conclusione nel 1908, ma, sempre alla fine del primo decennio del Novecento, Dionigi Scano lo sollevò notevolmente, rendendolo la struttura più alta dell'intero paese.
Nel 1961 il Ministero della pubblica istruzione, influenzato dal modernismo allora già serpeggiante negli ambienti ecclesiastici, decretò la sostituzione degli arredi sacri - pulpito, balaustra, recinto marmoreo - posti nell'Ottocento. La loro effettiva sostituzione giunse solo nel 1983, con il restauro condotto da Aldo Lino.
All’interno della Cattedrale le navate sono divise tra loro da sette colonne culminanti in arcate, tali colonne sono per la maggior parte materiale di spoglio, così come i capitelli che le completano e le basi su cui poggiano.
IL materiale marmoreo venne recuperato in massima parte dai centri di Tharros, Neapolis e Othoca, il pezzo più antico di questa parte della cattedrale è un capitello corinzio della prima metà del II° secolo, mentre il pezzo di spoglio più antico è una base di colonna costituita da un capitello corinzio del primo secolo a.C. posta nella cripta dell'edificio.
Le navate laterali sono coperte da volte a crociera, mentre la navata centrale ha copertura a capriate lignee.
IL presbiterio risulta elevato rispetto al resto dell'aula a causa della presenza della cripta. L'accesso a questo si ha mediante un'angusta scala posta a destra della scalinata che permette di salire al presbiterio stesso. La cripta ha forma rettangolare, e in corrispondenza dell'abside superiore ha anch'essa una catino absidale. La copertura è a volta a crociera, sostenuta da sette tozze colonne, dotate di capitello scolpito appositamente.
La prima testimonianza storica della presenza della diocesi di Santa Giusta risale al 1119. In questa data il vescovo Augustinus presenziò alla riconsacrazione della chiesa di San Saturno a Cagliari e fu presumibilmente in questo stesso periodo che scomparve definitivamente la diocesi di Forum Traiani (divenuta nell'Alto Medioevo Chrysopolis che corrisponde al paese di Fordongianus), e che si formò l'arcidiocesi di Aristanis (poi arcidiocesi di Oristano).
Un manoscritto conservato nell'archivio capitolare di Asti risalente al 1080, in realtà, fa riferimento ad un Ephisius vescovo di Santa Giusta e ciò parrebbe anticipare la presenza della cattedra vescovile a Santa Giusta di almeno un secolo, ma la testimonianza data dal codice astigiano non convince del tutto gli storici.
Nel 1503 la riforma delle diocesi sarde portò all'accorpamento della diocesi di Santa Giusta con l'arcidiocesi di Oristano.
Ricerche, scritto e pubblicato da G.M.