
Sardegna Insieme
Benvenuti a Pozzomaggiore (SS)
Benvenuti nel Borgo di Pozzomaggiore
Putumajore in lingua Sarda, Puttumaggiore nella variante locale, è un comune italiano di 2305 abitanti della Provincia della città metropolitana di Sassari, nella regione del Logudoro e nella sub-regione storica del Meilogu in Sardegna.
Dista 54 km da Alghero e 57 km da Sassari e fa parte della diocesi di Alghero - Bosa.
Il territorio si trova 400 mt. circa s.l.m. e si estende per una superficie di 79,52 km², quasi totalmente ad uso agrario e forestale.
Il territorio di Pozzomaggiore è una zona vulcanica, sequenza di bassi altopiani e colline, senza molte zone di roccia affiorante.
La vegetazione dominante è la macchia bassa, a volte arricchita da sugherete e rari lecci, contorti dal maestrale, molto insistente nella zona.
Le formazioni geologiche dell'area sono costituite prevalentemente da trachiti e tufi trachitici, a volte accompagnati da andesiti e basalti.
La zona è compresa nella cosiddetta fossa sarda ovvero in un'area a nord del massiccio del Montiferru, caratterizzata da un'innumerevole serie di apparati lavici, scoriacei o misti di età varie.
Il paesaggio è sostanzialmente collinoso, con colline ed alture a forma conica smussata sulla cima, piuttosto brulle e di variabile rocciosità, si tratta di alture tra i 300 e 600 metri.
I rilievi più importanti sono raccolti nel Planu de Murtas: monte Rughe mt. 665, monte Domo mt. 649, monte Tinzosu mt. 642, monte Figulada mt. 599 e monte Serra Madadu mt.588.
Altri rilievi sparsi nel territorio di Pozzomaggiore sono monte Almurata mt. 519, monte Oe mt.509 e il monte San Pietro mt.489 che circondano l'abitato, Sa Pala de sa Rocca mt. 489, monte Tileppere mt.449, più altri rilievi più modesti.
Le aree pianeggianti, dette sos paris, caratterizzano il territorio, le più rilevanti sono il pianoro basaltico di Sos Paris de Su Monte - Sea - Sa Pischina , da includere nel più vasto Altopiano di Campeda e la distesa basaltica di Cae - Mura Uppulos che si prolunga nelle campagne di Padria in località Su Padru e Sassedu.
L'idrologia del territorio è piuttosto semplice, essendo rappresentata da alcuni corsi d'acqua a carattere torrentizio. Innanzi tutto bisogna citare il riu Mele che scorreva nel centro abitato e oggi non più visibile. Questo ruscello sorge in località "S'Ena", nei pressi del cimitero, e in passato lambiva gli antichi rioni di "Bighinza" e "Funtana".
A seguito di una serie di opere di bonifica e raccolta delle acque, eseguite negli anni '20 del secolo scorso, il tratto urbano è stato incanalato nella rete fognaria e ricoperto sino alla periferia del paese, in località "Badde".
Per il resto occorre dire che il territorio di Pozzomaggiore, nel suo complesso, ricade nel bacino imbrifrero del fiume Temo, di cui il rio Mannu (o rio Badu Crabolu) è un importante affluente. Rio Mannu costituisce il confine naturale tra i territori di Pozzomaggiore e quelli di Sindia, Suni e Bosa, tra il Ponte Oinu ed il monte Su Padru. Affluente del Mannu è il rio Puntigia (che, a seconda dei tratti, prende anche i nomi di riu Cumone o riu de S'Olia), che nasce in territorio bonorvese ed ha per secoli marcato il confine della Baronia di Pozzomaggiore, dalla località Ponte sino all'affluenza nel rio Mannu, in località Monte Su Padru. Affluenti del Pontigia sono il rio Alchennero e il rio Badde Cumone, segnanti i confini con Cossoine e Semestene, oltre al riu Cannas, il riu Cannas de Cheggia, il riu Calvonalza, nonché alcuni rigagnoli chiamati trainos che scendono dal monte San Pietro.
Il rio Siminari in lingua Sarda riu Orta Sa Ide, è un altro immissario del rio Mannu, lungo circa 5 km, che nasce fra le zone Mulinalza e Sas Costas, attraversando le regioni di Badu Pienalzesu e Simanari fino a congiungersi al riu Puntigia in località S'Orta Sa Ide.
Il riu Simanari a sua volta riceve le acque del riu Pischina Niedda, del Trainu Calarighes e del Trainu Monte Murale.
Il riu Baddedda, che nasce in regione Su Demaniu , Cossoine , scorre a settentrione dell'abitato e marca i confini tra Bonuighinu e monte Fromma, per poi successivamente, presso Modeggiu gettarsi nel Temo.
Più a sud si trova il riu Oes, o riu Mulinu, che nasce alle falde di Cossoine e, passando per la regione Tuscanu, si congiunge al Temo.
Viene arricchito dalle acque del riu Mele, o riu Badde, che nasce all'interno del paese.
Il Trainu Catteddu nasce in regione Padru, scorrendo a nord del paese per poi confluire nel riu Mele presso la grotta chiamata Sa Rocca Boida.
Il Trainu Donna Adriana, o rio Lalvos, scorre più a nord, entrando in territorio di Mara e confluendo nel riu Tuscanu.
Altri rigagnoli di poco sviluppo dal Planu de Murtas si gettano nel rio Mannu, rio Cannarza, rio S'Adde Museddu, rio S'Adde Contra, rio Badde Arrozza, rio Sa Frissa, rio Monte Scoba, riu Badu 'e Mela, riu Sa Puliga, riu Trebetta.
Negli anni quaranta del XX secolo venne bonificata una palude chiamata Pischina Ena Emulu.
Durante l'inverno nei piani basaltici di Sos Paris de Su Monte appaiono altri acquitrini, sempre negli anni quaranta, grazie ad un piccolo sbarramento, fu realizzato un invaso per usi irrigui.
Le manifestazioni carsiche del territorio di Pozzomaggiore sono modeste, oltre che poco conosciute e valorizzate.
La grotta più interessante, nella quale sono state rinvenute ceramiche di epoca micenea, è quella chiamata Su Guanu, nella valle del Rio Badde, sempre nella medesima valle si trova la modesta grotta di Badde, oltre che quella chiamata Sa Rocca Boida, una cavità tranciata sulla strada per Mara.
La grotta detta Tuvu 'e Mare, da non confondere con l'omonima grotta nei pressi di Bonu Ighinu, si trova davanti alle domus de janas di Cannas de Cheggia, un'altra piccola grotta si trova nella regione Cannas.
Altre grotte sono S'Abbasantera e Androliga, per altro già ricordata in epoca medioevale come ispelunca de Andronice.
Nell’età pre nuragica la regione del Meilogu, che comprende Pozzomaggiore ed il suo territorio, fu abitata da popolazioni sedentarie sin dal neolitico.
Di questo periodo dal 3500-2800 a.C. circa, sono le caratteristiche architetture sepolcrali erette dai protosardi come i menhir in località S'Olta 'e Sa Ide e Nuraghe Nuraghessu, attorno ai quali dovevano svolgersi rituali religiosi.
Nel territorio di Pozzomaggiore è possibile pure incontrare due dolmen presso il nuraghe Mandra Isolzas e presso la località Mura 'e Lizos.
Le domos de janas invece sono da datare al Neolitico recente, alcuni di questi complessi ipogeici si riscontrano nel Planu de Murtas come il più importante in località S'Olta 'e Sa Ide, oltre a quelle in località Pischina Niedda e Lizzeri, Pisaneddu, Cannas de Cheggia, queste ultime probabilmente utilizzate in epoca alto medievale come chiesa.
I fondatori di Pozzomaggiore sono Pietro Mette e Daniele Oppes e hanno scelto il nome di Pozzomaggiore per il grande pozzo in mezzo al paese.
Età nuragica la zona era molto ricca di insediamenti ed attività umane durante il periodo nuragico dal 1800-1000 a.C. circa, come testimoniano i numerosi nuraghi presenti, ben 40 nel territorio di Pozzomaggiore uniti ai 38 e 17 rispettivamente dei territori delle vicine Padria e Mara.
A questo periodo risalgono anche le tombe dei giganti.
Tuttavia il nuraghe rimane l'architettura più importante e caratteristica del periodo, purtroppo nonostante l'abbondanza di siti presenti sul territorio non è ancora stato eseguito nessuno studio approfondito.
Nei pressi dell'abitato si possono trovare i nuraghi Cae, Ruggiu ed Alvu.
Età romana, dell'età romana, sul rio Mannu al confine col territorio di Sindia, rimangono i resti del Ponte Oinu e dell'antica strada, costruiti per collegare i territori dell'altopiano di Campeda con il villaggio di Gurulis Vetus, corrispondente all'odierna Padria.
Nel medioevo il paese appartenne, col nome di Pothumaiore, al giudicato di Torres, e fece parte della curatoria di Caputabbas ed ebbe una posizione di primo piano in epoca medievale soprattutto per la penetrazione dei monaci della chiesa di San Nicola di Trullas e per la presenza della famiglia degli Athen, legata ai giudici del Logudoro, che ebbe una grande influenza nelle vicende del giudicato.
Alla caduta del giudicato nel 1259 passò sotto il dominio della famiglia genovese dei Doria e fu protetto dal castello di Bonvehì.
Alla successiva conquista aragonese, intorno al 1350, il territorio formò una baronia che nel secolo XVI divenne feudo degli Amat di San Filippo, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Nel 1795, con i moti rivoluzionari sardi promossi da Giovanni Maria Angioy contro i feudatari, Pozzomaggiore ebbe parte attiva schierandosi contro il potere dei signori feudali.
Architetture religiose, la chiesa San Giorgio Martire, dedicata a San Giorgio, Santu Giolzi, è in stile tardo gotico, risalente al XVI secolo.
L'edificio corrisponde a modelli Gotico - Catalani, a navata unica suddivisa in cinque campate, di cui la prima sovrastata dalla cantoria, con archi a sesto acuto su pilastri poligonali.
Le volte sono a crociera costolonata e gemmata, con cappelle tra contrafforti voltate a botte mentre la facciata, in conci dorati di arenaria ha contrafforti diagonali che formano con il piano del prospetto al quale si raccordano con due volute, una sorta di quinta, scenograficamente messa in risalto dalla più tarda scalinata, che evidenzia l'originario dislivello.
Sotto la cornice orizzontale, ornata da un tralcio di vite, si sviluppa un intreccio di archetti inflessi, al culmine si colloca la statua del santo con la spada sguainata, in pietra candida che contrasta con lo scuro drago trachitico ai suoi piedi.
Il portale, con sottili semicolonne fra pinnacoli è privo di architrave mentre questo, deteriorato, è scolpito con arcatelle inflesse, rievoca quello gotico del San Pietro di Bosa.
La chiesa di San Costantino in lingua Sarda Santu Antine, XX secolo, in stile liberty neo – romanico bizantino, è dedicata a Costantino il Grande, imperatore romano venerato come santo localmente in Sardegna, nel Tirolo, nel Sud Italia e Toscana e universalmente dalla chiesa cristiana ortodossa.
L'edificio è stato costruito negli anni 1920-1923 a seguito di un voto dei reduci della prima guerra mondiale.
Ad essa sono legati il culto di San Costantino e l'Ardia che si corre durante le sagre del 6-7 luglio e del 31 agosto - 1º settembre.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie, in lingua Sarda Santa Maria de sas Grascias, è una chiesa campestre che sorge poco distante dal centro abitato al lato nord ovest, caratterizzata da elementi in stile Gotico Aragonese quali il portale che si apre dal lato nord e può, grazie a delle decorazioni rinascimentali essere datata al XVI secolo, anche se quasi sicuramente successiva alle chiese di Sant'Anna di Alghero e della Madonna della Speranza di Poglina nei pressi di Alghero.
Viene citata col nome attuale sul finire del XVIII secolo ed ha subito un quasi totale restauro nel 1980. Nell'anno 2005 nei pressi della chiesa è stata collocata una statua raffigurante la Vergine col Bambino.
Altre chiese presenti:
Chiesa di Santa Croce XII secolo
Chiesa di Sant'Antonio Abate detta il Convento XVII secolo
Chiesa campestre di Santa Barbara XV secolo
Chiesa di San Pietro XV secolo, ricostruita XX secolo.
Noi di Sardegna insieme, abbiamo visitato il borgho a luglio 2025 è ne siamo rimasti verementestupiti per la sua ricca storia e per il suo profumo di serenità che si respira nel Borgo.Posto pulito e ordinato con molto verde.
Un Borgo con ben sei chiese più o meno importanti questo ha segnare l'importanza della religione Cristiana degli abitanti.
Ne consigliamo vivamente la visita.