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 Sardegna Insieme 

  Festa di Sant'Efiso 2007 - Cagliari  - CA   

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Ben venuti alla Festa di Sant’Efisio si svolge a Cagliari dal primo al quattro maggio di ogni anno, questo avvenimento è un momento di devozione, fede e cultura.

La tradizione della festa di Sant’Efisio prende inizio nel 1657.

IL pellegrinaggio e i riti di scioglimento del Voto è voluto dalla Municipalità della Città metropolitana di Cagliari.

Si narra che nel 1656 i cagliaritani pregarono sant'Efisio affinché sconfiggesse la peste del 1652 che, 

nell'aprile di quell'anno, dalla Catalogna era arrivata ad Alghero su un veliero mercantile.

L'epidemia contagiò tutta la Sardegna, in particolare Cagliari, nella quale morirono circa diecimila abitanti, dimezzando quasi la popolazione.

La prima vittima cagliaritana fu l'arcivescovo don Bernardo De La Cabra, nel frattempo Cagliari si stava trasformando in un enorme camposanto.

Giovanni Spano vuole che a questo punto sant'Efisio sia apparso al viceré conte di Lemos per richiedere, al fine di liberare la città dalla peste, il voto della processione del 1º maggio.

Proprio l'Amministrazione comunale cagliaritana nel 1656 fece un voto a sant'Efisio: se fosse riuscito a sconfiggere la peste, ogni anno si sarebbe svolta una processione e dei festeggiamenti in suo onore, partendo dal quartiere di Stampace, fino ad arrivare a Nora, dove il santo era stato martirizzato.

A settembre, le abbondanti piogge fecero scomparire la peste, e dall'anno successivo fino a ora, il 1º maggio, si rispetta il voto fattogli anni prima, fu scelto proprio il mese di maggio poiché simbolo di rigenerazione della natura.

I preparativi per la processione sono gestiti dall'Arciconfraternita del Gonfalone.

I preparativi iniziano già alcuni giorni prima, già dal 25 aprile, data dell’investitura ufficiale del Terzo guardiano eletto dai membri dell’Arciconfraternita il 19 marzo.

IL 29 aprile, presso la chiesa del quartiere di Stampace a Cagliari, avviene la vestizione del simulacro e l'aggiunta di gioielli in oro offerti come ex voto.

IL giorno successivo il presidente dell'arciconfraternita e il sacrista maggiore depongono la statua all'interno del cocchio dorato.

La processione che si svolge il primo maggio, o meglio il percorso che si snoda nelle vie del centro cittadino, è aperta dalle traccas, i tradizionali carri addobbati a festa trainati da buoi, seguono i gruppi folkloristici, stimati in circa 5.500 persone che indossano l'abito tradizionale del proprio paese, provenienti da tutta la Sardegna e che recitano il rosario o cantano i goccius, litanie in dialetto.

Aprono i cavalieri del Campidano seguiti dai miliziani, che rappresentano l'esercito sardo che un tempo faceva da scorta alla processione per difenderla da eventuali attacchi.

Dopo di essi sfilano i membri della guardianìa, in prima fila il terzo guardiano che regge il gonfalone della confraternita, seguito dall'alter nos, il rappresentante del sindaco.

Dopo i cavalieri sfilano i membri dell'Arciconfraternita, con tonaca azzurra e mantellina bianca, preceduti da un confratello che regge un crocifisso del 1700.

L'arrivo del cocchio è preceduto dal suono delle launeddas. Quando il cocchio arriva in via Roma viene salutato dalle sirene delle navi attraccate nel porto di Cagliari, e cammina su un tappeto di petali di rose (s'arramadura) appositamente preparato alcuni minuti prima del passaggio del corteo davanti al municipio della città metropolitana di Cagliari.

Da questo momento in poi ha inizia il lungo pellegrinaggio del santo che in quattro giorni percorrerà più di 60 km per adempiere al secolare voto.

La prima tappa del cammino viene effettuata a Giorgino, località situata a un paio di chilometri dalla città di Cagliari.

Qui, presso la cappella della tenuta della famiglia Ballèro, il simulacro viene spogliato dei gioielli e gli vengono sostituite le vesti con altre più semplici.

La statua viene poi trasferita in un cocchio di campagna mentre il pellegrinaggio prosegue fino a Maddalena Spiaggia, raggiunta mediante un mezzo militare, dove i fedeli accorrono dalla vicina Capoterra (anticamente chiamata Villa Sant'Efisio).

IL viaggio prosegue località detta "Su Loi", sempre in territorio capoterrese, con la celebrazione di una Messa.

Al tramonto, la processione riprende il suo cammino giungendo a Villa d'Orri, presso la cappella privata della tenuta dei marchesi Manca di Villahermosa, dove viene officiata la benedizione eucaristica, al termine il corteo riprende il viaggio e arriva a Sarroch.

IL cocchio viene accompagnato fino alla chiesa di Santa Vittoria dove viene celebrata una Messa solenne e qui avviene la sosta per la notte.

La mattina del 2 maggio la processione riparte e fa tappa prima a Villa San Pietro, dove dal 1943 è stata introdotta la tappa presso Villa Atzori, e, nel primo pomeriggio, a Pula, dove l'Alter Nos affida al Sindaco la responsabilità del Rito, viene quindi celebrata una Messa solenne nella chiesa di San Giovanni Battista.

Una sosta davanti al cimitero e un'altra davanti alla chiesetta di San Raimondo e il Santo viene preso in consegna dall'Arciconfraternita e scortato fino a Nora, dove arriva verso le 21.

Quindi il simulacro viene deposto in una nicchia all’interno della chiesa romanica a lui intitolata.

Per tutta la giornata del 3 maggio avviene la commemorazione del Martire con messe e funzioni.

Alle 18 ha luogo la processione lungo il litorale, durante la quale il Santo abbandona il cocchio e viene trasportato in spalla a rivisitare i luoghi del suo martirio.

Al termine della processione, Sant'Efisio fa ritorno nella Chiesa di San Giovanni Battista di Pula, dove trascorre la terza e ultima notte del suo pellegrinaggio.

La mattina seguente, dopo una messa celebrata nella parrocchiale del paese, il santo parte da Pula e inizia il suo percorso verso Cagliari, ripercorrendo il tragitto fatto fino a quel momento.

A Giorgino il santo re indossa gli abiti di gala e riprende posto nel cocchio di città, compiendo il tratto finale del pellegrinaggio di ritorno.

IL corteo, preceduto da una suggestiva processione di centinaia di fedeli in costume, rientra nella chiesa di Stampace intorno alle 23:30, in ogni caso prima della mezzanotte entro la quale deve essere certificato lo scioglimento del voto, che avviene tramite una lettura da parte del Presidente dell’Arciconfraternita, che utilizza la seguente formula:

Reverendissimo monsignor canonico, illustrissimo signor Alter Nos, vogliate comunicare al capitolo metropolitano e al signor sindaco del Comune di Cagliari che oggi, data dello scioglimento del voto, il voto è stato sciolto.

E così sarà sempre, con l’aiuto di Nostro Signore Gesù Cristo, per l’intercessione di Nostra Signora del Riscatto e del glorioso martire Sant’Efisio, patrono di questa arciconfraternita.

IL presidente solitamente conclude la lettura con l’augurio che lo scioglimento del voto si possa ripetere ancora per molti anni (“attrus annus mellus”).

Conclude la cerimonia l’intonazione dei tradizionali goccius in onore del Santo.

L’ attuale chiesetta del quartiere di Stampace a Cagliari venne costruita nel 1780 in stile Barocco ed è il punto di partenza della processione.

Prima di essa esistevano nello stesso luogo una chiesa del '200 e una del '500, presenta una sola navata con tre cappelle per lato.

Una delle cappelle è conservata la statua del Santo che viene portata in processione fino a Nora.

Secondo la tradizione la cripta sotto la chiesa di Stampace a Cagliari sarebbe la prigione che sotto il dominio dell’imperatore romano Diocleziano, fu imprigionato il santo prima del suo trasferimento a Nora per poi essere ucciso.

La cripta si trova nove metri sotto il manto stradale e vi si accede dalla chiesa soprastante, all'interno si trova una colonna di marmo, chiamata "la colonna del martirio di Efisio", su cui è ancora presente l'anello in metallo in cui veniva agganciata la catena che lo imprigionava.

A Nora chiesa di Sant’Efisio sorge nella spiaggia presso le rovine di Nora è costruita in stile romanico e presenta 3 navate.

Venne consacrata nel 1102, nel 1656 fu restaurata grazie alla donazione di Alfonso Gualbès Marchese di Palmas, come ringraziamento per essere sfuggito all'epidemia di peste dopo aver evocato il santo.

Oggi la festa di Sant’Efisio è partecipata da migliaia di fedeli da tutto il mondo. 

Foto  realizzate da G.M. nel 2007. Ricerche e scritto da G.M.

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