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 Tortolì - Nu  

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Sardegna Insieme

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Ben venuti nella città di Tortolì  è un comune Italiano di 10 998 abitanti  della provincia di Nuoro in Sardegna.

La città è situata nella costa centro-orientale della Sardegna e il suo porto, situato ad Arbatax , e l'aeroporto (Tortolì-Arbatax) ne permettono il collegamento con la penisola italiana e il resto dell'Europa.

L'origine del toponimo è controversa. C'è chi ha sostenuto che Tortueli fosse 

una correzione di Portus Ilii (Giovanni Spano nel suo Vocabolario sardo del 1872), cioè gli ilienses, con patrimonio porticenses, del Sulpicius portus.

Altri hanno intravisto la derivazione dal termine Portu con il suffisso Elia: Portuelie (Porto di S. Elia). I Pisani lo scrivevano Tortohelie.

Il territorio si estende per circa 40 km. quadrati di pianura fertilissima, creata dai depositi alluvionali del rio Foddeddu e del rio Sa Teula che terminano il loro corso, rispettivamente, il primo negli stagno di Orrì  e il secondo nel grande stagno di Tortolì.

Una particolarità geologica è costituita dalla presenza di una cresta di porfido rosso che dal promontorio di capo Bellavista corre parallelo alla costa tortoliese per terminare in mare nella spiaggia di Cea che è lo stesso filone che ha creato gli scogli rossi di Arbatax.

Le tracce dei primi insediamenti risalgono al neolitico , dal 6000 al 2900 a.C. Il culto pagano dei popoli prenuragici è segnalato dalla presenza di vestigia megalitiche quali i menhir e le domus de janas . Nell'area di Tortolì, e più in generale nel territorio circostante, la presenza di oltre 200 monumenti di età nuragica (nuraghi, tombe dei giganti , pozzi sacri ) documentano il fiorire di importanti insediamenti agevolati dalla ricchezza del territorio, dall'abbondanza di risorse idriche ed alimentari.

L'arrivo dei navigatori fenici nel VII secolo a.C. e successivamente dei punici determina la nascita dell'insediamento dell'antica Sulci Tirrenica. La posizione della città lungo la rotta dall'Africa alle foci del Rodano, la pianura circostante ricca di risorse agricole e di acqua, l'orografia della costa orientale che colloca il porto di Sulci subito prima o subito dopo i terribili Montes Insani lungo la rotta marittima di levante, sanciscono l'importanza del sito e ne fanno un punto fermo per i navigatori antichi e fino al medioevo.

Tracce dell'insediamento punico sono state rinvenute nello stagno di Tortolì nel 1988 durante i lavori di dragaggio della laguna, con la scoperta di grandi blocchi in pietra squadrata appartenenti presumibilmente alle fondazioni dell'antico porto.

L'arrivo dei romani è datato alla metà del III secolo a.C., al tempo della prima guerra punica. Tracce di insediamenti romani sono state rinvenute presso la chiesa di San Lussorio e nell'area a destra della SS 125 in direzione Girasole, adiacente all'ansa della laguna dove doveva essere l'antico porto punico e poi romano. Altre importanti vestigia sono rappresentate dagli innumerevoli ritrovamenti di relitti di navi romane e del loro carico nelle acque antistanti il golfo di Tortolì - Arbatax.

Durante la seconda guerra punica  una flotta di 50 nuove quinquereme al comando del console Claudio Tiberio  Nerone, in viaggio verso l'Africa per congiungersi all'esercito di Scipione l'Africano,  viene quasi completamente distrutta al largo dei Montes Insani, corrispondenti al tratto di mare fra capo Comino e capo Montesanto : "ibi superantem Insanos montes multo et saevior et infestioribus locis tempestas adortas disiecit classem". Nerone riuscì comunque a condurle a Caralis  e da lì alla fine dell'anno consolare le riportò a Roma .

L'invasione dei vandali del nord Africa si estese anche sulla Sardegna e pose fine alla dominazione romana nell'anno 455. Nel 534 l'imperatore Giustiniano  sconfisse i vandali e riconquistò la Sardegna che venne amministrata da un delegato bizantino, tuttavia l'espansionismo arabo nel Mediterraneo determinò via via una sempre maggiore autonomia da Bisanzio fino alla costituzione dei Giudicati.

Il Giudicato di Ogliastra e gli Arabi :

È possibile (anche se estremamente improbabile, vista l'assenza di qualsiasi forma di documentazioni) che un insediamento arabo fosse presente in Sardegna nell'VII secolo e forse fin dall'inizio dell'espansionismo arabo nel Mediterraneo.

Secondo una contestata teoria il toponimo "Arbatax" sarebbe di derivazione araba, precisamente dalla parola "arbaʿat ʿashara", che significa "quattordici".

Altro curioso riferimento alla presenza araba nel territorio orientale è dato dalla costante citazione del termine "Liberus de paniliu" in documenti Giudicali dell'XI secolo che ne assegnano la cessione alla Diocesi assieme alla villa di Kolostrai. Il termine Liberus de paniliu, si riferiva ai servi cristiani semi-liberi nati da schiavi musulmani nella disponibilità del Giudice.

La presenza di una popolazione stanziale araba sulla costa orientale motiva poi il fatto che l'Ogliastra sia stata l'unica zona della Sardegna non interessata ad insediamenti monastici, né di rito romano, né di rito orientale. In questo quadro trova ragionevole motivazione quanto descritto nei documenti storici della Repubblica Marinara di Pisa.

Lo storico pisano Raffaello Roncioni, nelle sue "Historie Pisane" racconta che nel 1003 una flotta pisana assalì l'Ogliastra, la occupò e subito dopo si diresse verso la città di Olbia che venne messa sotto assedio e conquistata. Questo episodio storicamente documentato, è importante per cercare di illuminare il periodo antecedente dei secoli VIII e IX sui quali poco si sa e che hanno visto mutare la situazione politico amministrativa della Sardegna, prima territorio Bizantino poi autonomo Giudicato ed infine dopo l'anno 1000 organizzata nei Regni Giudicali definitivi.

La curatorìa d'Ogliastra e la Contea di Quirra:

Durante il medioevo Tortolì fece parte del Giudicato di Cagliari, nella curatoria dell'Ogliastra. Il territorio fu interessato alle vicende belliche nel mese di marzo del 1166, quando una formazione di 9 galee genovesi al comando del console Oberto Recalcato venne attaccata e respinta da una flotta pisana composta da ben 17 galee nelle acque del golfo di Arbatax. Le vicende intrecciate del Giudicato di Cagliari e delle due Repubbliche marinare portarono alla fine del Giudicato di Cagliari con la distruzione di Santa Igia e con spartizione in tre parti del territorio giudicale: l'Ogliastra venne ceduta nel 1258 al giudice di Gallura, il pisano Giovanni Visconti . Passò poi  sotto il controllo della Repubblica di Pisa.       

Gli atti documentali datati dal XIV secolo in poi individuano il territorio ogliastrino  come giudicato a sé a differenza delle altre parti del territorio sardo che vengono appellate "Curatorias o Mandamenti ". Nell'anno il "Libro de todas las Gracias" registra che, anticamente, le riunioni della Corona de Logu del Giudicato Agugliastra si tenessero nella chiesa di San Antonio Abate a Tortolì, vicino all'attuale stazione ferroviaria. 

Il Comune di Pisa controllò il territorio esercitando una fortissima pressione fiscale sulle popolazioni tale da determinarne lo schieramento di queste ultime con l'esercito aragonese di Francesco Carroz sbarcato nel 1324 sulle coste ogliastrine per conquistare il porto di Tortolì ed il castello di Medusa a Lotzorai che venne consegnato, senza colpo ferire, all'ammiraglio di Valencia. A seguito delle successive vicende belliche ed alla capitolazione di villa di Chiesa l'attuale città di Iglesias , il 10 maggio 1324 l'Ogliastra fu assegnata alla contea di Quirra. Il feudo venne completato il 20  febbraio 1325, con l'atto di infeudazione delle ville di Tortolì e Lotzorai a Francesco Carroz concesso da Giacomo II° di Aragona.

I cento anni successivi videro le alterne vicende  della guerra fra i giudici  di Arborea e gli  Aragonesi ,fino alla definitiva conquista della Sardegna il 17  agosto 1420. Un ruolo determinante nelle vicende militari, ebbero le popolazioni ogliastrine schierate  con gli Aragonesi che ottennero in cambio della loro fedeltà, importanti concessioni nei capitoli di grazia del feudo e particolari esenzioni fiscali. È interessante notare che ancora intorno al 1550 l'istituzione giudicale di Agugliastra è presente nell'ordinamento amministrativo della Sardegna catalano-aragonese dove nei documenti di araldica nobiliare viene citato, col titolo di capitano del giudicato di Ogliastra il nobile tortoliese Antonio Puliga, così pure il figlio don Biagio Puliga e don Sebastiano Quigino tutti appartenenti alla nobile casata tortoliese dei conti Quigini - Puliga.

La dominazione spagnola durò fino al XVII secolo. Dopo una brevissima dominazione austriaca la Sardegna fu assegnata ai Savoia, che presero possesso del Regno di Sardegna , confluito poi nel Regno d'Italia. Nel periodo che va dal 1835 al 1838 il re Carlo Alberto promulgò le leggi finalizzate all'abolizione dei feudi: 180 comunità, fra cui Tortolì diventarono liberi comuni.

Noi di Sardegna insieme siamo stati ospiti , abbiamo trovato un ottimo ambiente , ordinato, pulito è con tanti ragazzi giovani. Il mare azzurro con le sue spiagge  indica quanto sia importante il turismo a Tortolì. Le Sugherete un immenso bellissimo parco  bene attrezzato per il joking , giuochi per bambine e posti dove poter socializzare o fare spettacoli. Tortolì offre anche archeologia con nuraghi ecc. Una straodinaria cucina locale per offrire all'ospite una sana degustazione. Ne consigliamo la visita 

Ricerche , scritto e pubblicato da G.M.

Informazioni:  Comune tel. + 39   0782  600 700

Email:  segreteria.aagg@comuneditortolì.it

Coordinate  39°56'N 9°39'E

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